LA RICERCA MEDICA SENZA CONFINI

Insieme verso Horizon2020: a Trieste si consolida la cooperazione transfrontaliera italo-slovena

 
 

Pronti per Horizon 2020? Questa la domanda a cui si è cercato di dare risposta insieme, mettendo a confronto voci ed esperienze diverse. Fortissima è stata la partecipazione registrata al convegno dedicato al futuro della ricerca biomedica nell'area transfrontaliera italo slovena, organizzato la scorsa settimana all'Università di Trieste. La prospettiva di analisi era riferita, nello specifico, appunto al Programma Quadro europeo per la Ricerca e l'Innovazione (2014 - 2020), che individua le nuove linee guida sugli obiettivi scientifici da raggiungere per migliorare la vita dei cittadini europei.

All'appello hanno risposto in moltissimi: sono state oltre 150 le presenze ufficialmente registrate, un numero importante, considerato il bacino di riferimento e la specificità dell'ambito di ricerca.

"L'interesse dunque c'è, il capitale umano anche. Horizon 2020 è quindi una possibilità alla quale puntare insieme, cercando di finalizzare gli studi scientifici in maniera consapevole e concreta, individuando dei potenziali obiettivi di trasferimento tecnologico". Queste le prime dichiarazioni che hanno chiuso il convegno internazionale dopo un'intensa giornata di presentazioni, contributi scientifici e confronti. A rilasciarle è la professoressa Sabina Passamonti, coordinatrice di Trans2Care, progetto innovativo dell'Ateneo giuliano, nonché ideatrice e promotrice dell'evento insieme ai referenti del progetto Proteo di Elettra-Sincrotrone, entrambi finanziati dall'UE.

Durante l'evento sono stati resentati sei progetti locali dedicati alla ricerca biomedica e finanziati con oltre 8 milioni di euro dal Programma per la Cooperazione Transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013: Glioma, Mina, Pangea, Proteo, Sign e  Trans2Care.

A livello scientifico si sono approfonditi studi che vanno dal cancro alle malattie degenerative, a quelle cardiovascolari e metaboliche, con grande attenzione al miglioramento della prevenzione delle patologie. Alcuni ricercatori sono stati inviatati a esprimersi anche in merito ai propri obiettivi a breve e lungo termine, in modo da individuare possibili prospettive future di ricerca congiunta e di crescita.

 

Un nuovo metro di misura

Nel pomeriggio, ampio spazio è stato dedicato agli oltre 60 poster preparati dai partecipanti seguendo il format concordato. Poster che presto diventeranno una pubblicazione a tutti gli effetti: un primo solido mattoncino per costruire insieme e lasciar traccia del percorso intrapreso lo scorso 27 febbraio a Trieste.

Esposti pubblicamente negli spazi dell'università, adiacenti all'aula dove si è svolto convegno, i lavori sono stati valutati da un team di ricercatori di Trans2Care, capitanati dal manager di progetto Adriano Savoini. A ciascuno è stato assegnato un punteggio per indicare lo stato di avanzamento secondo il TRL, ovvero il Technology Readiness Levels. Anche chi non aveva mai familiarizzato con questo strumento operativo di analisi, che misura l'indice di "progresso tecnologico" ed è stato adottato da Horizon 2020 per prevedere l'impatto economico e sociale dei progetti selezionati, ha avuto quindi la possibilità di confrontarsi con i valutatori.

"Com'era naturale aspettarsi - ha considerato Savoini nelle sue conclusioni, condivise pubblicamente a fine lavori - molte tecnologie da noi esaminate, basandoci soltanto su quanto indicato nei poster, necessitano ancora di essere ampiamente sviluppate prima di poter essere considerate come prodotti da immettere nel mercato. In generale, la maggior parte dei ricercatori e sviluppatori ha un ampio margine da colmare rispetto al rapporto con le industrie, anche se 2 o 3 dei progetti esaminati si prospettano davvero interessanti per i potenziali sviluppi applicativi e commerciali".

 

Oltre l'orizzonte

Il prossimo obiettivo sarà certamente quello di promuovere e agevolare il non facile dialogo tra scienza e impresa. Si cercherà di stimolare l'interazione delle istituzioni accademiche con il potenziale mercato dei prodotti della ricerca, secondo una visione sostenibile nel lungo periodo, anche economicamente. Proprio nell'ottica di assecondare il percorso di trasferimento di ogni nuova scoperta e conoscenza verso le aziende, con la finalità di sviluppare nuove applicazioni che possano trovare concreta collocazione e contribuire ad un aumento della qualità della vita.

 

 
 
 

 
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